Una pianificazione strategica delle attività per affrontare in maniera organizzata un mercato in continua evoluzione. È la sfida lanciata dai produttori locali come Ferdinando Pappalardo, imprenditore agricolo di Altamura, tra i primi produttori della zona a sperimentare un ambizioso progetto di valorizzazione dell’olio extra vergine d’oliva. «No alle oliere anonime sui tavoli» spiega l’imprenditore, perché nella città delle Murge, dei peuceti e del romanico pugliese, rendere tracciabile un prodotto significa anche raccontare la storia e la vocazione di una comunità. «Ѐ necessario cambiare la cultura – afferma Pappalardo – la gente continua a pensare che l’olio di qualità sia caro mentre in un pasto completo il quantitativo di olio per commensale costa meno di un caffè». Per questo, da circa dieci anni, tra i vari packaging il suo frantoio produce una bottiglietta da 100 grammi che l’imprenditore altamurano ha iniziato a produrre per diversi ristoranti.
«L’idea è venuta ad alcuni clienti – spiega l’imprenditore – tutto nasce dal fatto che in un pranzo completo il costo dell’olio consumato per persona si aggira intorno ai 20/30 centesimi sul totale. Questo vuol dire che se al ristorante un cliente paga circa 50 euro un menù completo, il ristoratore può tranquillamente inserirci una bottiglietta di olio che i clienti alla fine del pranzo potranno portar via come un ricordo o una bomboniera».
Sulle bottigliette, poi, una opportuna etichettatura consentirà al prodotto di essere raccontato attraverso la descrizione delle sue caratteristiche, la normativa di riferimento e le informazioni sul luogo di produzione ed il tipo di olive utilizzate. «Il nostro è olio d’oliva extravergine prevalentemente ottenuto da cultivar Coratina e Ogliarola – aggiunge Pappalardo – ma bisogna sfatare l’idea che produrre e consumare olio di qualità sia un costo insostenibile per una famiglia. Quattro persone a pranzo bevono una bottiglia di vino ma non consumano nemmeno 100 gr di olio – afferma l’imprenditore – sono in pochi a pensare che una bottiglia da 75 cl di olio di qualità, l’extravergine d’oliva 100% italiano durerà almeno una settimana perché in un menù completo si consumano circa 20 grammi di prodotto a persona».
Anche nel territorio di Palo del Colle, «alta qualità, certificazione, consumo consapevole, denominazioni tipiche e regimi di qualità» sono tra le prime certezze dell’oleificio Cooperativo della Riforma Fondiaria, Paladino, tra le più importanti cooperative della zona perché raccoglie oltre 600 produttori e oltre 150 mila quintali di olive lavorate all’anno.
«Per educare al gusto abbiamo elaborato la Carta degli Olii dove spieghiamo le specificità di ogni olio ed i possibili abbinamenti – spiega Domenico Frisone, presidente della cooperativa – una carta che abbiamo presentato in alcuni ristoranti esclusivi di Londra (il Ristorante Quirinale, nei pressi di Westminster) e Dusseldorf (il Ristorante Rossini, lo stesso dove gli azzurri festeggiarono una delle loro vittorie nel Mondiale 2006) e che stiamo riproponendo anche in zona, in alcuni ristoranti condotti da chef illuminati e di grande talento».
Una rinnovata attenzione al packaging e alla diversificazione del prodotto, rappresenta comunque la nuova sfida lanciata dai produttori olivicoli palesi che, quest’anno, festeggiano i sessant’anni di attività. «Celebriamo il nostro anniversario con una confezione dedicata, un packaging top che esce fuori dalle logiche usuali della bottiglia verde antico per incontrare nuove tendenze che accomunano l’olio a prodotti più esclusivi come il vino o i profumi. L’innovazione di prodotto passa anche per una valorizzazione delle monocultivar con una referenza ad hoc chiamata Monocultivar Coratina – aggiunge – che porta in etichetta una foto suggestiva di un uliveto in agro di Palo ripreso da un drone. Bisogna pianificare secondo le stesse logiche con cui operano i nostri competitor più grandi».
Lascia un commento